La storia del World Wide Web e di internet
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La storia del World Wide Web e di internet
Sarebbe davvero difficile ripercorrere in poche righe la strada che ha portato alla nascita del World Wide Web. Parliamo infatti di un’invenzione che oggi influenza il 99% della società, delle scelte personali, del modo di vivere e di relazionarsi di ognuno di noi. Data l’enorme importanza che internet ha assunto nel tempo per tutti noi, abbiamo pensato che potrebbe essere utile ricostruire sinteticamente la sua storia.
Abbiamo chiesto all’amico Cristhian Jordan, founder della Web Revolution Agency di Milano, di raccontarci questa meravigliosa galoppata di internet che anno dopo anno ha rivoluzionato la vita di tutti noi.
Prima però di passare alla storia vera e propria, è giusto fare un appunto circa la terminologia che usiamo nel fare comune. Sebbene infatti le parole web ed internet vengano usate come sinonimi, il concetto di “web” (nato nel lontano 1989) riguardava più che altro un servizio che attraverso internet permetteva il trasferimento e la visualizzazione di dati sotto forma di ipertesto. Di converso, internet è una struttura tecnologica attraverso cui avviene il trasferimento di questi dati, mentre il web o world wide web è uno dei principali servizi di internet grazie al quale è possibile accedere facilmente e velocemente a infinite informazioni di ogni tipo a carattere amatoriale e professionale collegate da link.
Gli albori e i primi concetti
Concettualmente, si cominciò a parlare di internet nel lontano 1962. All’epoca, lo scienziato e psicologo Joseph Licklider teorizzò una rete che potesse mettere in collegamento tra loro i PC.
Circa tre anni dopo, da quell’idea ci fu un avanzamento tecnologico che portò alla nascita del packet switching, la tecnica di accesso multiplo che rende possibile il trasferimento dei dati. E così solo nel 1969, arrivò il primo collegamento tra due computer: uno situato alla Ucla (Università della California di Los Angeles) e l’altro allo Stanford Research Institute.
È da questi primi tentativi che poi si diramerà la rete globale come la concepiamo oggi. Nello stesso anno, e nel giro poi di 12 mesi, i computer collegati tra loro a distanza diventano 23, e poi ancora 60 agli inizi degli anni ‘70.
Frattanto, l’agenzia della difesa statunitense sognava di poter creare un esercito collegato in rete che avrebbe potuto sfruttare il suo potere informatico per sconfiggere l’Unione Sovietica e i suoi alleati. Fu così che ingegneri ed esperti furono impegnati alla realizzazione di internet in grande scala.
La rete wireless e la connessione dei network
Per riuscire a mettere in collegamento in rete l’esercito, ci volevano sostanzialmente due passi in avanti. In primis la creazione di una rete wireless, che diramasse i dati via satellite e via radio. In secondo luogo c’era bisogno di collegare il network wireless direttamente all’Arpanet, in modo che il sistema potesse tornare utile anche ai soldati in battaglia. Il collegamento di diversi network era ciò che gli scienziati informatici chiamavano internet working. Così, nel 1974 Vint Cerf e Robert Kahn, crearono “un sistema semplice ma molto flessibile”: il protocollo di controllo trasmissione (TCP), che quattro anni dopo si trasforma nel TCP/IP ed è ancora oggi lo strumento su cui si fonda il funzionamento di internet.
Nasce il word wide web
A questo punto, l’infrastruttura di base è completa.
E infatti dopo mesi di lavoro, lo scienziato del Cern di Ginevra, il britannico Tim Berners-Lee, crea il protocollo di trasferimento ipertestuale (in inglese http). Si tratta di un sistema di documenti collegati tra loro e la cui trasmissione si fonda sui link, utilizzabili per passare da un pc all’altro.
La visualizzazione dei dati ipertestuali sarebbe stata esperita attraverso un’applicazione browser, funzionante su un computer attraverso un apposito software.
Bastano tre anni a Lee per creare le basi del web: l’html (il linguaggio per la formattazione e l’impaginazione di documenti ipertestuali), la Url (l’indirizzo unico che consente l'identificazione di ogni risorsa presente in rete) e, il protocollo http per il recupero di tutte le risorse linkate.
Ufficialmente il 6 agosto 1991 nasce il word wide web, mettendo online il primo sito internet della storia (progettato da Lee).
Aveva una grafica semplice e forniva informazioni tecniche ma dettagliate sul funzionamento dello stesso web. Il problema di fondo era che sebbene avessero creato uno strumento di condivisione globale, in pochissimi possedevano i mezzi per la navigazione.
Bisogna dunque aspettare il 1993 per vedere la diffusione dei pc e del word wide web fuori da stazioni di ricerca o militari. Questa diffusione coincide con la nascita del browser Mosaic, il primo in assoluto a permettere di visualizzare anche le immagini e ad utilizzare i moderni strumenti di ricerca come la barra degli indirizzi, i pulsanti di avanti, indietro, l’aggiornamento della pagina e così via.
La nascita di Google
Dopo un anno, nel 1994, Berners-Lee fonda il World wide web Consortium (W3C) al fine di poter creare degli standard che assicurino che tutti i siti del nascente web possano entrare in rete secondo gli stessi principi di compatibilità.
Il web, tuttavia, per avere successo, deve essere accessibile a tutti e completamente gratuito. Lentamente prende quota l’universo digitale, fatto di informazioni libere aperte e spesso un po’ caotiche.
Come mettere ordine in questa confusione informativa?
Ecco quindi che iniziano a nascere i primi motori di ricerca. Nel 1994 nasce Yahoo, e solo nel 1997 viene lanciato Google. Quest’ultimo si distingueva per essere un motore di ricerca in grado di consentire il reperimento delle informazioni sul web attraverso parole chiave e gerarchizzando i contenuti.
Inoltre i risultati in serp per la prima volta erano organizzati in base al trust di una pagina web, ovvero più volte una pagina veniva citata e linkata e più saliva nella serp di Google.
Da allora ne è passata di acqua sotto i ponti, ma quella che è stata un’idea travagliata e lentamente partorita oltre 40 anni fa, ha permesso alla società di diventare ciò che è oggi: digitalmente dipendente.
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