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Auto elettriche e veicoli elettrici : approfondimenti e news

Veicoli elettrici

Veicoli elettrici (8)

Informazioni , divulgazione e notizie sul mondo dei veicoli elettrici ed ibridi : auto , moto , bici elettriche , segway , monopattini elettrici e altri veicoli elettrici da città .

Perché le batterie delle auto elettriche e di altri veicoli elettrici possono prendere fuoco ed esplodere?

Le batterie da trazione, come quelle utilizzate in veicoli elettrici, possono prendere fuoco per diverse ragioni, ma i casi di incendi sono relativamente rari. Ecco alcune delle cause principali:

  1. Cortocircuiti: Un cortocircuito all'interno della batteria o nel sistema elettrico del veicolo può generare un surriscaldamento che potrebbe portare all'incendio. I cortocircuiti possono verificarsi a causa di difetti nella progettazione, nell'assemblaggio o nell'uso improprio delle batterie.

  2. Surriscaldamento: Le batterie al litio sono sensibili alle alte temperature. L'eccessivo riscaldamento può danneggiare i componenti interni e causare la liberazione di sostanze infiammabili. Questo può accadere a causa di un'errata gestione termica, scarsa ventilazione o esposizione prolungata a temperature estremamente elevate.

  3. Sovraccarico: Se una batteria viene sovraccaricata, può generare calore in eccesso, danneggiare le celle e causare l'incendio. Questo problema può verificarsi in situazioni in cui il sistema di gestione della batteria non funziona correttamente o in caso di utilizzo di caricabatterie non adatti.

  4. Urti e Danni fisici: Le batterie possono essere danneggiate fisicamente in seguito a incidenti stradali o a impatti. Questo danneggiamento può compromettere l'integrità delle celle e portare a situazioni pericolose.

  5. Invecchiamento e usura: Nel corso del tempo, le batterie perdono capacità e possono diventare meno stabili. Una batteria anziana e usurata è più suscettibile a problemi come cortocircuiti o surriscaldamento.

  6. Materiali e processi di produzione difettosi: Problemi nella produzione o nell'assemblaggio delle batterie possono portare a difetti che aumentano il rischio di incendi.

Per prevenire incendi nelle batterie da trazione, vengono adottate misure di sicurezza rigorose durante la progettazione, la produzione e l'uso dei veicoli elettrici. Ciò include sistemi di gestione termica avanzati, sistemi di gestione della batteria per monitorare lo stato delle celle e proteggerle da sovraccarico e sovrascarico, nonché regole di sicurezza per il trasporto e la manipolazione delle batterie. Tuttavia, è importante notare che, come con qualsiasi tecnologia, non è possibile eliminare completamente il rischio di incendi, ma è possibile ridurlo in modo significativo con le precauzioni adeguate.

Le batterie al litio sono generalmente le più a rischio di incendio tra tutti i tipi di batterie comuni. Questo perché le batterie al litio contengono materiali altamente reattivi e infiammabili, e se vengono danneggiate o utilizzate in modo improprio, possono generare calore in modo incontrollato, causando incendi o esplosioni. In particolare, le batterie al litio possono presentare diversi rischi:

  1. Batterie agli ioni di litio: Queste sono le batterie più comuni utilizzate in dispositivi elettronici portatili, veicoli elettrici, e molte altre applicazioni. Sono soggette a incendi se vengono perforate, schiacciate o sottoposte a sovraccarico o surriscaldamento. Il calore eccessivo può causare la liberazione di gas infiammabili o la rottura della guaina protettiva.

  2. Batterie al litio-polimero: Questo tipo di batteria è simile alle batterie agli ioni di litio, ma utilizza un'elettrolita solido o gelatinoso. Anche se sono meno soggette a perdite di liquidi, possono comunque prendere fuoco se danneggiate o utilizzate in modo improprio.

  3. Batterie al litio-ferro-fosfato (LiFePO4): Queste batterie sono note per essere più stabili e meno soggette agli incendi rispetto alle batterie al litio-ion tradizionali. Tuttavia, non sono completamente prive di rischi e possono ancora prendere fuoco in circostanze particolari.

Le batterie al litio sono ampiamente utilizzate a causa della loro alta densità energetica e delle prestazioni, ma è importante trattarle con cautela per prevenire incendi. Le misure di sicurezza, come sistemi di gestione della batteria, sistemi di raffreddamento adeguati e procedure di ricarica sicure, sono fondamentali per ridurre il rischio di incendi.

Nel complesso, la gestione del rischio è cruciale, sia nell'uso quotidiano delle batterie al litio che nella progettazione di dispositivi o sistemi che le utilizzano. La conformità agli standard di sicurezza, la manutenzione corretta e la gestione attenta delle batterie sono modi efficaci per ridurre il rischio di incendi.

Gli incendi nelle batterie elettriche, in particolare nelle batterie al litio, sono il risultato di un processo chimico noto come "reazione termica incontrollata" o "reazione esotermica incontrollata". Questo processo coinvolge le seguenti reazioni chimiche principali:

  1. Decomposizione dell'elettrolita: All'interno di una batteria al litio, c'è un elettrolita liquido o solido che funge da mezzo per il trasporto degli ioni tra gli elettrodi positivo e negativo. In condizioni anomale, come il surriscaldamento o il danneggiamento meccanico, l'elettrolita può iniziare a decomporsi. Questa decomposizione libera gas altamente infiammabili, come il metano e l'idrogeno.

  2. Ossidazione dell'anodo di litio: L'anodo (l'elettrodo negativo) di una batteria al litio è spesso realizzato in litio metallico o in leghe di litio. Quando la batteria è danneggiata o surriscaldata, il litio può reagire con l'umidità nell'ambiente o con l'ossigeno nell'aria, generando calore e più gas infiammabili.

  3. Reazioni a catena: Le reazioni di decomposizione e ossidazione possono diventare autocatalitiche, il che significa che liberano calore, che a sua volta accelera ulteriormente le reazioni chimiche. Questo processo a catena può portare a un aumento rapido della temperatura all'interno della batteria, causando la generazione di gas e la possibile rottura della guaina protettiva della batteria stessa.

Una volta che la temperatura all'interno della batteria raggiunge un certo punto critico, i gas infiammabili possono infiammarsi, dando origine a un incendio o a un'esplosione. Questo incendio può essere molto intenso e difficile da spegnere, specialmente nelle batterie di grandi dimensioni.

Per prevenire gli incendi nelle batterie al litio, vengono utilizzati sistemi di gestione della batteria che monitorano la temperatura e la tensione della batteria, interrompendo la carica o la scarica in caso di situazioni anomale. Inoltre, i dispositivi di protezione termica e i materiali di guaina ignifuga vengono utilizzati per contenere i danni in caso di incendio. Tuttavia, è importante trattare le batterie con cautela e seguirne le specifiche istruzioni di sicurezza per ridurre il rischio di incidenti.

Il termine "thermal runaway" si riferisce a un processo in cui la temperatura di un sistema o di un dispositivo aumenta in modo incontrollato, spesso a causa di reazioni chimiche esotermiche che generano calore a una velocità superiore a quella con cui il calore può essere dissipato o raffreddato. Questo processo può portare a un ciclo autoalimentante in cui il calore generato provoca ulteriori reazioni chimiche che a loro volta generano più calore, aumentando ulteriormente la temperatura. Nel contesto delle batterie, il thermal runaway è un evento critico e pericoloso che può portare a incendi o esplosioni.

Nelle batterie al litio, il thermal runaway può verificarsi quando una serie di reazioni esotermiche inizia a causa di un surriscaldamento, di un cortocircuito, di un danneggiamento meccanico o di altre anomalie. Queste reazioni possono coinvolgere la decomposizione dell'elettrolita, l'ossidazione dell'anodo di litio e la generazione di gas altamente infiammabili. Poiché queste reazioni liberano calore, la temperatura all'interno della batteria può aumentare rapidamente, portando alla creazione di ulteriori gas infiammabili e a una crescita incontrollata della temperatura.

Il thermal runaway può culminare in un incendio o in un'esplosione della batteria, che può essere estremamente pericoloso. Per prevenire il thermal runaway e ridurre il rischio di incendi nelle batterie, vengono adottate misure di sicurezza come sistemi di gestione della batteria, sistemi di raffreddamento adeguati e materiali di guaina ignifuga. La ricerca continua è focalizzata sullo sviluppo di batterie più sicure e sulla comprensione dei meccanismi che portano al thermal runaway al fine di prevenirlo in modo più efficace.

I veicoli elettrici e altri dispositivi alimentati da batterie al litio sono dotati di diversi sistemi di prevenzione degli incendi per garantire la sicurezza degli utenti. Alcuni dei principali sistemi di prevenzione degli incendi nelle batterie elettriche includono:

  1. Sistema di gestione della batteria (Battery Management System, BMS): Il BMS è un componente essenziale per il monitoraggio e la gestione delle batterie. Esso controlla la temperatura, la tensione e la corrente della batteria in tempo reale e può intervenire per prevenire situazioni di surriscaldamento o sovraccarico. Se il BMS rileva condizioni anomale, può disattivare temporaneamente la batteria o limitarne la carica o la scarica.

  2. Sistemi di raffreddamento: I veicoli elettrici sono spesso dotati di sistemi di raffreddamento per mantenere la temperatura delle batterie entro limiti sicuri. Questi sistemi possono utilizzare liquidi di raffreddamento o sistemi di raffreddamento ad aria per dissipare il calore generato durante la ricarica o la guida.

  3. Materiali di guaina ignifuga: Le batterie sono spesso racchiuse in involucri o guaine resistenti al fuoco che aiutano a contenere eventuali incendi all'interno della batteria. Questi materiali sono progettati per resistere alle alte temperature e per impedire la propagazione delle fiamme.

  4. Dispositivi di spegnimento automatico: Alcuni veicoli elettrici sono equipaggiati con sistemi di spegnimento automatico che possono essere attivati in caso di rilevamento di situazioni pericolose. Questi sistemi possono interrompere la corrente elettrica o isolare la batteria per prevenire incendi.

  5. Sistemi di isolamento delle celle: In alcune batterie, le celle individuali sono separate da materiali isolanti che impediscono la diffusione di problemi da una cella all'altra. Questo può contribuire a prevenire il thermal runaway.

  6. Procedure di carica sicura: I veicoli elettrici includono spesso procedure di carica sicura, che regolano la ricarica in modo da evitare situazioni di sovraccarico che potrebbero portare all'incendio.

Questi sistemi di prevenzione degli incendi sono fondamentali per garantire la sicurezza nelle batterie elettriche. Tuttavia, è importante notare che i rischi possono essere minimizzati ulteriormente con una manutenzione regolare, il rispetto delle procedure di sicurezza e una corretta gestione delle batterie.

Che cos'è e come funziona un battery management system (BMS)?

Un Battery Management System (BMS) è un componente critico nei veicoli elettrici e in altre applicazioni di accumulo di energia, che ha il compito di monitorare e gestire le batterie. Questo sistema è stato sviluppato originariamente per garantire una maggiore sicurezza nei trasporti aerei, ma ora trova applicazione anche nel settore automobilistico grazie alla crescente diffusione dei veicoli elettrici.

Ecco come funziona un BMS:

  1. Monitoraggio delle celle: Un BMS monitora costantemente ogni singola cella della batteria. Le batterie nei veicoli elettrici sono composte da più celle al litio collegate in serie e parallelo. Monitorando le tensioni, le temperature e altre variabili di ciascuna cella, il BMS può individuare anomalie o squilibri tra le celle.

  2. Gestione della carica: Il BMS controlla il processo di carica delle batterie, assicurandosi che le celle vengano caricate in modo uniforme e senza sovraccarico. Questo aiuta a prevenire danni alle celle e a prolungare la vita utile della batteria.

  3. Gestione della scarica: Il BMS monitora anche il processo di scarica delle batterie, impedendo che le celle si scarichino troppo eccessivamente, il che potrebbe danneggiarle.

  4. Stato di carica (SOC) e stato di salute (SOH): Il BMS calcola lo stato di carica (SOC), che rappresenta la quantità di energia rimanente nella batteria, e lo stato di salute (SOH), che indica la condizione generale della batteria. Questi dati aiutano a determinare l'autonomia della batteria e la sua capacità residua.

  5. Bilanciamento delle celle: Per evitare uno sbilanciamento tra le celle, il BMS può intervenire per regolare la carica o la scarica di ciascuna cella individualmente. Questo assicura che tutte le celle lavorino in modo uniforme e contribuisce a mantenere l'efficienza della batteria.

  6. Controllo termico: Il BMS monitora e controlla anche la temperatura delle celle. Le alte temperature possono danneggiare le batterie al litio, quindi il BMS regola la temperatura per mantenerla entro limiti sicuri.

  7. Sicurezza: Il BMS è dotato di sistemi di protezione che possono disattivare la batteria in caso di situazioni di emergenza o di anomalie, come il surriscaldamento o il cortocircuito.

Il BMS è essenziale per garantire il funzionamento sicuro e l'ottimizzazione delle prestazioni delle batterie nei veicoli elettrici. Grazie al monitoraggio costante e alla gestione intelligente, contribuisce a prevenire situazioni di surriscaldamento, sovraccarico o scaricamento eccessivo delle batterie, migliorando la sicurezza e la durata delle batterie stesse. Inoltre, con l'uso di tecnologie di cloud computing e di machine learning, il BMS può ottimizzare ulteriormente le prestazioni delle batterie e migliorare la loro affidabilità nel tempo.

 

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Acquistare un'auto elettrica usata conviene? Vantaggi e svantaggi

Acquistare un'auto elettrica usata conviene? Vantaggi e svantaggi

Le auto elettriche sono diventate una valida alternativa alle classiche vetture con motore a scoppio. Pensate per ridurre gli sprechi di carburante e le emissioni inquinanti nell’aria, stanno conquistando man mano il mercato automobilistico.

Dal momento che costano parecchio, a causa della loro complessità tecnologia, gli automobilisti più parsimoniosi spesso considerano l’acquisto dell’usato. Ed in vero, anche il mercato di seconda mano sta cominciando a popolarsi di auto elettriche acquistabili da coloro che vogliono provare un nuovo modo di concepire le automobili.

Come per l’acquisto di vetture tradizionali, anche per l’acquisto di auto elettriche usate è importante prestare attenzione ad alcuni importanti fattori.

Se riesci a soppesare bene vantaggi e svantaggi, capirai se realmente ti conviene acquistare un’automobile elettrica usata o se invece è meglio affidarsi al nuovo.

I vantaggi di comprare un’auto elettrica usata

Un’auto elettrica usata può essere vantaggiosa da molteplici punti di vista. Vediamo di seguito tutti i pro di un acquisto di seconda mano:

Il prezzo

Il primo fattore che permette alle auto elettriche usate di essere considerate vantaggiose riguarda il prezzo.

Un po’ come accade anche per i veicoli tradizionali, il valore di una macchina elettrica di seconda mano è notevolmente più basso, se confrontato con esemplari “km 0” o nuovi.

Al momento, comprare un’auto elettrica usata conviene in particolare per risparmiare sul costo iniziale, ovvero sul prezzo di listino.

Non funzionando a combustione, rispetto alle auto tradizionali, le elettriche vengono svalutate abbastanza rapidamente, ecco perché si trovano prezzi di seconda mano altamente concorrenziali (tieni presente che le batterie si deteriorano velocemente).

Il risparmio non si ha solo al momento dell’acquisto. Anzi, seguirà anche una convenienza dal punto di vista della manutenzione: automobili con meno componenti meccaniche hanno minore necessità di interventi di manutenzione ordinaria.

La convenienza in termini di utilizzo

Comprare un’auto elettrica usata vuol dire guidare un veicolo conveniente non solo economicamente ma anche dal punto di vista del suo utilizzo.

Optando per un modello di seconda mano infatti avrai la possibilità di andare a lavoro in auto, percorrendo ogni giorno gli stessi chilometri e lo stesso tragitto. In questo modo avrai sempre ben chiari i consumi.

Possibilità di usarla sempre

In generale, chi usa spesso l’auto in città, a bassa velocità nel traffico, potrebbe trovare in una vettura elettrica usata il veicolo ideale adatto a tutte le sue esigenze. La puoi usare ovunque tu vada in città, potrai circolare anche nelle zone in cui vige il blocco del traffico.

Manutenzione

Le auto elettriche concettualmente sono più “easy” di un motore a scoppio ed hanno anche meno pezzi in movimento, con la conseguenza che avrai meno problemi di pezzi di ricambio auto da sostituire nell’arco degli anni di utilizzo.

Auto d’occasione

Che dire poi della offerte da non lasciarsi sfuggire. Se effettui delle accurate ricerche sul mercato dell’usato online, senza fretta e senza superficialità, puoi facilmente imbatterti in una vettura di seconda mano, conveniente e venduta a prezzo d’occasione: ottimo rapporto insomma qualità prezzo.

Ridotto inquinamento e ridotto consumo

Auto elettrica usata è sinonimo di benessere dell’ambiente.

Oltre a risparmiare sul carburante, avrai anche la possibilità di guidare una vettura a emissioni zero di sostanze inquinanti. Da un punto di vista economico, l’elettricità costa meno dei carburanti di origine fossile come diesel, benzina e gas.

Da un punto di vista ambientale, non avvenendo una combustione, non contribuirai alla produzione di smog urbano e non si emettono gas serra.

Gli svantaggi

Il mercato dell’usato delle auto elettriche è ancora in fase di “fioritura”.

Per questo motivo, prima di lanciarsi a capofitto nell’acquisto bisogna considerare gli svantaggi di un acquisto di seconda mano.

Pile sempre scariche

Qual è il motivo per il quale il vecchio proprietario ha deciso di sbarazzarsi della sua auto elettrica? Sicuramente c’è chi lo fa per cambiare la macchina e chi invece ha dovuto fare i conti con le pile sempre scariche. Una delle prime elettriche, magari di costruzione antecedente all’anno 2017-2018, difficilmente percorrerà più di 200-250 km, anche se in buono stato. Orientarsi sul mercato secondario significa in questo senso dover fare i conti con uno svantaggio in termini di tenuta.

Niente incentivi

Se con il nuovo puoi aver accesso a qualche tipo di incentivo, con l’usato non puoi godere né dell’ ecobonus né di altre forme di incentivi, anche se compri di seconda mano presso un concessionario.

Proprio ora che acquistare un'auto nuova di basse emissioni è un gesto che finalmente viene ricompensato dallo Stato e dalle Giunte regionali più sensibili all'ecologia, non optare per il nuovo potrebbe farti perdere la possibilità di godere di vantaggi fiscali.

L’autonomia delle auto elettriche usate

L’autonomia di una vettura elettrica tiene conto di alcuni fattori: dalla capacità della batteria, passando per la resistenza all’aria. Quanto questi fattori sono minati se si acquista di seconda mano? Per rispondere alla domanda devi tenere presente che una batteria con il tempo perde gran parte delle loro proprietà chimico-fisiche. Il che si ripercuote sull’autonomia della vettura che cala in modo lineare.

Sebbene i costruttori garantiscano l’auto per un certo tot di tempo (fino ad arrivare anche a 8 anni) più l’auto è datata più è usurata e minore sarà la sua autonomia. Il consiglio è quello di escludere automobili elettriche che hanno percorso un chilometraggio superiore ai 70 mila 80 mila chilometri.

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Quanto è importante l'elettronica nell'auto moderna

Le automobili moderne si distinguono da quelle di una volta perché hanno un apparato elettronico preponderante, ormai indispensabile nell’utilizzo su strada. Sensori, centraline, computer di bordo, indicatori e sistemi di diagnosi, sono tutti elementi caratteristici dell’elettronica a bordo.

Tutte queste componenti sono diventate una parte fondamentale della vettura: se un tempo c’era solo la parte meccanica che comportava interventi di riparazione più “alla vecchia maniera”, ovvero praticamente solo manuali da parte dei meccanici, ora tutti i vari componenti elettronici della macchina vengono gestiti con computer e software in automatico, al fine di ottimizzare prestazioni, consumi, efficienza, sicurezza e confort alla guida, e ridurre l’inquinamento.

Grazie all’elettronica sono state introdotte ulteriori funzioni all’interno della vettura che migliorano le performance della macchina e l’esperienza di guida del conducente.

Si pensi ad esempio ai sistemi di assistenza, pensati per prevenire gli errori del conducente (riducendo così il rischio di incidente), e rappresentati dai semplici sensori per la retromarcia, dal “park assist” per il parcheggio, dai sistemi di assistenza alla guida notturna.

O ancora per evitare incidenti causati dai colpi di sonno sono stati realizzati i dispositivi di controllo dei freni.

Un mercato in continua evoluzione

Quello automobilistico è un mercato in continua evoluzione, e la necessità di innovazione interessa anche l’elettronica.

Quest’ultima ha migliorato il rapporto macchina automobilista: da un lato il veicolo diventa sempre più smart proponendo servizi e optional all’avanguardia, dall’altro l’automobilista gestisce con più facilità, sicurezza e con un pizzico di divertimento la sua esperienza a bordo.

Negli ultimi anni, grazie al progresso nell’ambito microelettronico, si è avuto lo sviluppo del cosiddetto “infotainment digitale”, ovvero un meccanismo che pone al centro dell’attenzione software e hardware installati nell’auto. Sono stati in tal senso aggiunti all’interno dell’auto varie novità: il sistema di navigazione satellitare, il display sulla consolle, il lettore video, i diffusori audio, la connettività USB, Bluetooth, il wi-fi, i controlli vocali, e così via.

Connubio auto e smartphone

In questi anni siamo stati interessati dalla rapida diffusione degli smartphone.

Ebbene, grazie a questi nuovi dispositivi, molti contesti si sono dovuti adeguare alle nuove esigenze, e così anche le aziende di produzione auto hanno sfruttato a proprio vantaggio l’uso dello smartphone.

Si pensi infatti alla possibilità di collegare lo smartphone alla propria auto per usufruire di determinate funzioni e applicazioni. In questo modo è possibile interfacciarsi al 100% con il sistema infotainment di bordo.

Con la tecnologia smart è possibile seguire le indicazioni stradali, interagire con la propria auto usando lo smartphone, che a sua volta capta in tempo reale tutti i dati sul traffico stradale e condividerli con il sistema automotive. Non solo, lo smartphone ti avvisa per tempo se è necessario sostituire specifici componenti con ricambi auto originali e compatibili, grazie alla presenza di sensori affidabili e duraturi nel tempo.

Come si evolverà l’elettronica dell’auto moderna

Le novità non si arrestano certo qui. Nelle aziende automobilistiche ci sono delle sfide in erba che dovrebbero portare a nuove funzioni. Un piccolo accenno a queste intenzioni di progredire l’abbiamo già avuto di recente. Si pensi infatti alla guida senza conducente, in cui la tecnologia resta la regina assoluta.

Altro esempio potrebbe essere la possibilità di gestire la guida da remoto, attraverso sistemi CPU programmati (il che potrà tenere il conducente ben lontano dalle situazioni più pericolose su strada, riducendo il rischio di incidenti stradali).

Una seconda sfida del settore sta già dando i suoi frutti. Parliamo dell’automobile elettrica, capace di porre in essere tutte le tecniche di energia green pensate per ridurre al minimo le emissioni inquinanti nell’atmosfera.

La tecnologia di illuminazione

Non dimentichiamo che l’elettronica sta iniziando ad interessare anche la parte dell’illuminazione dell’auto. Sono state introdotte infatti nuove tecnologie Led, installate al posto delle lampadine tradizionali e che consentono un risparmio energetico e un maggiore comfort visivo per chi è alla guida.

L’evoluzione del meccanico verso la meccatronica

Se si è evoluta la figura dell’auto e sta cambiando il suo funzionamento, grazie all’elettronica, inevitabilmente anche la figura del meccanico ha subito la sua trasformazione in tal senso.

Oggi parliamo infatti di meccatronici, ovvero di figure professionali esperte e competenti, capaci di intervenire in caso di anomalie o guasti. In caso di guasti oggi si avranno interventi molto meno intuitivi e “artigianali” rispetto a un tempo, e che richiedono uno studio più approfondito.

Il meccanico diventato il meccatronico o elettromeccanico è un esperto anche di principi di elettronica ed elettrotecnica applicata, in aggiunta ovviamente alla meccanica tradizionale. Se è vero che dietro all’efficienza della macchina si nasconde un meccanismo elettronico complesso, è vero anche che chi si occupa della manutenzione o della riparazione, deve conoscere ogni piccola parte in maniera approfondita.

E va da sé che il buon funzionamento dei sistemi elettronici installati a bordo degli autoveicoli è indispensabile per garantire l’incolumità delle persone.

L’elettronica fa correre l’auto

L’automobile di un tempo non esiste più. E anche la velocità delle macchine è cambiata. L’elettronica è largamente utilizzata per il controllo del funzionamento dei vari organi meccanici, allo scopo di migliorarne le prestazioni. Grazie alle componenti moderne per il funzionamento dell’auto è possibile effettuare un controllo elettronico del motore, un controllo dei freni (Abs, Ebd, Esp) e un controllo di trazione. In questo modo si impedisce lo slittamento delle ruote in accelerazione, le sospensioni intelligenti e altre innovazioni un tempo impensabili. La macchina scorre più agevolmente in strada e questo rende anche maggiormente sicuro marciare a velocità più sostenuta.

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Come trasformare un bici tradizionale in una bici elettrica con il kit di trasformazione e-bike

Come trasformare un bici tradizionale in una bici elettrica con il kit di trasformazione e-bike

Se ci si guarda attorno sembra che ormai le e-bike siano ovunque. Per molte persone rappresentano la soluzione perfetta per soddisfare la propria voglia di pedalare a lungo e in modo diverso dal solito. C'è una cosa che ostacola l'acquisto di una e-bike per molti ed è il prezzo. Prima degli incentivi statali, per alcuni acquistare una e-bike era un sogno e potrebbe tornare ad esserlo una volta esaurite le risorse che lo stato ha messo a disposizione del bonus bici elettriche.

Fortunatamente però, c'è un modo per avere una bici elettrica senza spendere molti soldi. Esiste un modo grazie al quale possiamo convertire la nostra attuale bici in una bici elettrica: basta usare un kit per conversione in bici elettrica o comunemente chiamato kit di conversione. Un kit di conversione ti consentirà di prendere qualsiasi bici ordinaria e, aggiungendo alcuni componenti, trasformarla in una e-bike. E soprattutto, ti permetterà di avere una bici elettrica spendendo molto, ma molto meno.

Vediamo allora quali kit propone il mercato in modo che tu possa scegliere quello più adatto alle tue esigenze. Qual è il kit migliore? Se fai una rapida ricerca di kit di conversione su internet vedrai che esistono una varietà quasi sbalorditiva di diversi kit di conversione. La maggior parte però richiedere una certa conoscenza dei sistemi elettrici, della saldatura e molta manualità. Ma se approfondisci un po' vedrai che esistono alcuni kit di conversione che richiedono solo un livello base di conoscenza meccanica della bici, il resto è semplice come collegare un caricatore del telefono a una presa di corrente.

Per facilitarti la scelta di seguito troverai i diversi tipi di kit di trasformazione per bici elettrica.

Ruote ebike motorizzate

La ruota motorizzata è probabilmente l'opzione più pratica per molte persone: sostituisci una delle tue normali ruote non motorizzate con una con un mozzo speciale che contiene un motore, aggiungendo una batteria e gli ingranaggi necessari. Questi kit di conversione sono tra i più economici.

Il kit è formato da un mozzo e un pacco batteria. Fai attenzione ai sistemi controllati da un acceleratore (chiamato anche "twist-and-go"). Legalmente, sono classificate come motocicli elettrici piuttosto che bici elettriche e devono essere tassate e assicurate. Una soluzione semplice ed economica per trasformare la tua bici in un a ebike ma lo svantaggio principale è che aggiunge massa alla tua bici rendendola più pesante. Solitamente questa soluzione aggiunge un tra i 2 e i 4 kg alla tua bicicletta ma consentono un'autonomia fino a 50 km a secondo del modello.

Kit di conversione a trasmissione con attrito posteriore

Questo kit viene direttamente dal passato. Negli anni 90 era già stato creato un sistema analogo composto da una scatola che si trova sulla ruota posteriore alimentata tramite attrito con un volano di gomma azionato da un motore. L'idea non è svanita ed è stata ripresa e migliorata da alcune società che promettono una buona assistenza elettrica per quasi tutte le bici. Questi kit di conversione sono adatti a qualsiasi diametro di ruota compreso tra 16 pollici e 29 pollici.

Sono composti da un pacco batteria agganciato alla canna della sella che pende sotto la bici e preme un rullo motorizzato contro la ruota posteriore. Il livello di potenza può essere selezionato tramite un'unità di controllo montata sul manubrio o un'app per smartphone. I modelli medi di questi kit forniscono fino a 250 watt di assistenza e una velocità massima di 25 km/h con un'autonomia fino a 60 km.

Questo aspetto è molto importante perché permette di farle rientrare nei limiti di legge che escludono di dover ricorrere ad omologazione, casco obbligatorio ed assicurazione alla pari dei ciclomotori.

Kit di conversione nascosto

Questo kit è lo stesso sistema che è stato utilizzato da professionista belga di ciclocross per vincere durante un campionato. È un kit che prevede l'installazione di un piccolo motore da 200 watt che si trova all'interno del tubo verticale della bicicletta e che aziona l'albero motore tramite un ingranaggio e una batteria che va posizionata al posto del porta borraccia. Solitamente questi kit forniscono assistenza per almeno 60 minuti di guida e sono dotati di un interruttore montato sul manubrio per l'attivazione del motore. Sono i modelli più leggeri tra i kit di conversione, infatti arrivano a pesare al massimo 2 kg ma deve essere montato da uno specialista.

Kit di conversione a motore centrale

Questo kit di trasformazione per bici elettrica è ciò che più si avvicina alle e-bike in commercio. Molte bici elettriche disponibili in commercio infatti sono alimentate con motori montati attorno al movimento centrale, vicino ai pedali. Questi kit hanno il vantaggio di posizionare il peso nella parte bassa sulla bici rendendola più stabile. Lo svantaggio però è che possono danneggiarsi colpendo rocce, cordoli e altri ostacoli, essendo così bassi.

Anche questo kit richiede una certa manualità ma non non è così complicato da montare. La conversione solitamente può avvenire utilizzando pochi strumenti per rimuovere il movimento centrale e montare l'unità sulla parte anteriore del tubo obliquo della bicicletta. Questi kit sono dotati di acceleratore, quindi considera la potenza finale per evitare di essere classificati come ciclomotore. I kit di trasformazione a motore si dice si adatti al 95% dei telai di biciclette standard ed è molto più leggero degli altri kit.

Kit di conversione per ebike pieghevoli

Ovviamente esistono i kit di trasformazione in bici elettrica anche per le oramai sdoganate e sempre più diffuse biciclette pieghevoli. Se hai una bici pieghevole per comodità e vuoi aumentare questa comodità trasformandola in una ebike, questo paragrafo fa al caso tuo. Sono disponibili numerosi kit di conversione ebike. Generalmente funzionano con un mozzo alimentato nella ruota anteriore e una batteria trasportata in una borsa montata sulla parte anteriore. Come con gli altri sistemi, c'è un motore del mozzo della ruota anteriore, un alimentatore a clip e un sensore di coppia del movimento centrale.

L'autonomia indicata mediamente è fino a 50 km. Il motore solitamente è molto leggero (circa 2 kg) in virtù del fatto che può esere trasportato a mano o in uno zaino. A seconda del kit si ha la possibilità di utilizzare un acceleratore a manopola o un acceleratore a pollice. Alcuni modelli portano come autonomia massima raggiungibile fino a 60 km con una velocità massima assistita di 40 km/h.

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Che cos'è un monopattino elettrico o e-scooter, come funziona e la tecnologia che utilizza

Che cos'è un monopattino elettrico o e-scooter, come funziona e la tecnologia che utilizza

Fino a poco tempo fa il monopattino era, nell'immaginario collettivo, un giocattolo per bambini. Negli ultimi anni, grazie allo sviluppo dei mezzi elettrici, è diventato un vero mezzo di locomozione individuale utilizzato da persone di tutte le età.

Il monopattino elettrico si è sviluppato principalmente nei contesti urbani dove gli spostamenti, a causa del traffico, sono sempre più problematici. La sua diffusione ha creato un'impennata nella produzione per far fronte alla considerevole richiesta. Il fattore che ha permesso l'enorme diffusione dei monopattini elettrici è sicuramente la sua semplicità d'uso e la trasportabilità. Spesso infatti il monopattino è ripiegabile e questo lo rende un mezzo ideale per andare in ufficio o al lavoro, anche in contesti dove i parcheggi sono limitati.

La recente emergenza causata dalla pandemia di Covid-19 e l'ulteriore necessità di ridurre il traffico senza sovraffollare i mezzi pubblici ha dato l'impulso definitivo, facendo diventare l'e-scooter un prodotto di massa, anche grazie a incentivi per la mobilità sostenibile come il bonus monopattino.

Vediamo quindi dl comprendere il funzionamento di un monopattino elettrico e analizziamo le vari parti di cui è composto.

Le componenti del monopattino elettrico

Il monopattino elettrico è composta da una piattaforma poggia piedi, un manubrio con attacco a T dotato di acceleratore e freno a mano, due ruote (alcuni modelli sono dotati di tre o quattro ruote) e sospensioni anteriori e posteriori.

La maggior parte dei monopattini elettrici inoltre sono dotati di cerniera alla base del manubrio che consente di piegarli, diminuendone le dimensioni e consentendo di trasportarli facilmente.Oltre alle parti estetiche, il monopattino elettrico è formato da 4 componenti principali, ovvero:

  • La batteria
  • Il motore
  • I freni
  • Il regolatore di velocità

Analizziamo quindi queste componenti principali.

Batteria

In commercio si trovano monopattini elettrici con tre tipi di batteria:

  • nichel-metallo idruro
  • piombo acido
  • al piombo acido e ioni di litio.

A seconda del modello viene montato un pacco batterie diverso per conferire caratteristiche di velocità e autonomia diversa.

Batterie al Nichel-metallo idruro (NiMH)

Le batterie NiMH rappresentano la via di mezzo tra le batterie piombo acido e le più recenti ioni di litio. Le batterie NiMH hanno una carica più lunga rispetto a una versione al piombo, ma sono più pesanti della varietà agli ioni di litio. Sono quindi un'alternativa economica alle più costose batterie agli ioni di litio e molto più valida rispetto alle batterie piombo acido.

Batterie al Piombo acido

Sono le più diffuse batterie in ambito elettrico. Le batterie al piombo acido non hanno ancora perso il loro posto come dispositivo di avviamento preferito per le automobili e la fonte di energia per i veicoli elettrici. Anche se più ingombranti e pesanti rispetto ad altri pacchi batteria, sono ancora i più diffusi tra i monopattini elettrici grazie al loro costo contenuto e la buona autonomia.

Batterie agli ioni di litio

E' la più recente tecnologia delle batterie per i monopattini elettrici, ma anche la più costosa.
La tecnologia agli ioni di litio è più potente, mantiene una carica molto più lunga rispetto alle batterie al piombo acido o al NiMH. Inoltre il pacco batteria ioni di litio risulta più leggero e ha dimensioni molto più contenute. Ovviamente tutte queste caratteristiche positive fanno aumentare il prezzo dell'e-scooter che le monta e viene quindi utilizzata nei monopattini elettrici di fascia alta.

Il motore

Altra componente fondamentale del monopattino elettrico è ovviamente il motore. Esso è alimentato del pacco batteria. Esistono diversi tipi di motori che vengono impiegati nei monopattini elettrici. Anche in questo caso il tipo di motore montato determina una variazione del prezzo del monopattino elettrico.

Il motore determina la massima velocità, accelerazione, la capacità di arrampicata, il consumo di energia e le prestazioni. Tutti i monopattini elettrici hanno almeno un motore mentre nei modelli di fascia alta possono essere presenti anche due motori.

Il motore ha una potenza nominale espressa in Watt. Un watt è una misura di potenza equivalente a un joule al secondo , cioè l'unità di energia per l'unità di tempo. Pertanto il termine wattaggio si utilizza come sinonimo di potenza. Un wattaggio del motore più elevato, consentirà al motore un'accelerazione più rapida, la possibilità di trasportare più peso e permetterà di poter scalare pendenze più ripide.

I watt indicano quanta potenza è in grado di consumare il motore. Ovviamente un motore con un valore alto di watt consumerà molta più energia in un breve lasso di tempo. È anche vero che più energia consuma più energia meccanica produrrà e quindi la velocità di crociera sarà maggiore. Più in generale, la potenza del motore è un buon modo per confrontare le prestazioni dei diversi monopattini elettrici.

I freni

Un sistema di frenata di qualità, è essenziale per la sicurezza del pilota e degli altri. Permette di controllare la guida e prevenire incidenti. I freni dei monopattini elettrici possono essere suddivisi in due categorie: freni meccanici e freni elettronici.

I sistemi di frenatura meccanica sono quelli che si basano su un meccanismo fisico per rallentare lo scooter e sono i noti freni a disco, a tamburo e a pedale. I sistemi di frenatura elettronici si basano sull'uso del motore stesso per la frenata e includono sistemi di frenatura rigorosamente elettronici e rigenerativi.

I sistemi di frenatura meccanici offrono una frenata molto più forte rispetto ai sistemi elettronici. Tuttavia, i sistemi elettronici traggono vantaggio dal non richiedere alcuna regolazione o manutenzione periodica. Molti monopattini elettrici hanno una combinazione di entrambi i sistemi di frenatura, sia elettronici che meccanici.

Il regolatore di velocità

Il regolatore di velocità invia alimentazione al motore in base alla posizione dell'acceleratore.

Il regolatore di velocità è un componente elettronico nascosto all'interno del monopattino elettrico che controlla il flusso di corrente dalla batteria al motore. È formato da un controller che riceve input dall'acceleratore e dai controlli elettronici del freno e li traduce in una corrente che viene inviata al motore.

I controller sono classificati in base alla tensione e alla corrente che sono in grado di regolare. I monopattini con motori più potenti avranno controller con tensione massima più elevata e valori nominali di corrente massima più elevati.

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Bici elettriche: come funziona la pedalata assistita e ciò che devi sapere prima di acquistarne una.

Bici elettriche: come funziona una bicicletta a pedalata assistita

Le bici a pedalata assistita sono le equivalenti per biciclette delle auto ibride. Sono progettate per accumulare energia durante la pedalata che è possibile utilizzare quando il ciclista è stanco oppure affronta un tratto particolarmente faticoso.

La bici a pedalata assistita è dotata di un motore elettrico montato solitamente vicino alla ruota posteriore o al centro del telaio sprigionando l'energia attraverso il pignone o al mozzo.

Quando si attiva la pedalata assistita si sceglie il livello di assistenza che si intende sfruttare tramite il display posizionato sul manubrio che controlla il sensore. In base al livello di assistenza impostato il motore fornirà un determinato livello di potenza durante la pedalata.

La pedalata assistita è diversa dalla modalità acceleratore delle bici elettriche perché richiede ai ciclisti di pedalare mentre la modalità acceleratore non richiede nessuna pedalata in quanto utilizza esclusivamente il motore per far avanzare la bici. Ciononostante è possibile trovare questa funzione anche sulle bici a pedalata assistita
Diamo un'occhiata più da vicino a come funzionano e alle componenti delle bici a pedalata assistita.

Qui trovi un breve sommario di cosa parleremo in questa guida:

 

Differenza tra bici a pedalata assistita e Speedy Ebike o S-Pedelec

Le bici a pedalata assistita sono dimensionate per avere motori con potenza massima nominale continua di 250 W. Tale potenza è determinata dalla normativa che definisce questa come potenza massima affinché i veicoli che soddisfano queste caratteristiche possano essere considerati, a tutti gli effetti, biciclette tradizionali.

Oltre al limite di 250W per il motore, il codice della strada definisce il limite di velocità massima di 25km/h . Oltre questi limiti, la bici elettrica viene equiparata a tutti gli effetti a un ciclomotore e necessita di omologazione, targa, patentino, casco e assicurazione. Una bici elettrica di questo tipo viene definita Speedy ebike o S-Pedelec , per distinguerla appunto da una bici a pedalata assistita che non necessita di tutti adempimenti.

Inutile sottolineare la comodità di avere un mezzo che permetta una mobilità sostenibile e una mobilità smart, soprattutto in città, senza dover sostenere ulteriori costi e pratiche burocratiche come per un ciclomotore. Questo vantaggio, insieme ad incentivi come il bonus bici elettrica, hanno determinato un rapido successo e diffusione delle bici a pedalata assistita.

Le componenti di una bici a pedalata assistita

Le bici a pedalata assistita sono composti da quattro parti chiave:

  • le batterie;
  • il motore;
  • il telaio; 
  • i raggi; 
  • i freni;
  • l'acceleratore (non presente su tutti i modelli).

Batterie e autonomia

Le batterie sono tra le parti più importanti della bici a pedalata assistita in quanto contengono tutta la potenza che permetterà l'assistenza alla pedalata

Dovendo mantenere una struttura agile i produttori di bici a pedalata assistita montano batterie agli ioni di litio in quanto, anche se sono più costose rispetto alle batterie ricaricabili al nichel-cadmio, sono molto più prestanti e durature.

Le batterie rilasceranno l'energia accumulata durante la pedalata in base alla modalità di assistenza richiesta. Ciò implica che più assistenza si chiede minore sarà l'autonomia che si avrà. Solitamente l'autonomia è dichiarata dai produttori delle bici elettriche in km che si possono percorrere. Valori tipici di autonomia di una bici elettrica a pedalata assistita sono dai 50 ai 100km, ma esistono bici elettriche ad elevata autonomia che possono raggiungere anche i 200km di autonomia. Ovviamente si tratta di prodotti di fascia alta o molto alta.

Motore elettrico, potenza massima e velocità massima

Le bici a pedalata assistita hanno motori elettrici integrati nel mozzo della ruota posteriore o anteriore oppure montati al centro della bici e collegati al pignone del pedale. I motori integrati nel mozzo della ruota offrono un eccellente rapporto qualità-prezzo, ma spesso non si trovano su bici elettriche di fascia alta.

motori collegati al pignone, anche se più costosi, tendono ad offrire il trasferimento di potenza in modo migliore, poiché la potenza viene trasferita direttamente nei pedali e l'aggiunta di energia può risultare più naturale rispetto ad avere energia proveniente dalle ruote.

Per quanto riguarda la tecnologia del motore, le bici elettriche impiegano motori brushless a corrente continua, che per assenza di spazzole striscianti determinano minore resistenza meccanica, maggiore durata e minore manutenzione.

Telaio

il telaio di una bici a pedalata assistita è leggermente diverso rispetto ad una comune bicicletta. È solitamente realizzata in lega di alluminio leggera poiché più è leggero il telaio, più leggero è il peso complessivo della bici.
Il peso gioca un ruolo fondamentale in quanto influisce sull'autonomia dell'assitenza alla pedalata. Considerando che esiste un peso aggiuntivo dato dal pacco batteria e dal motore, il telaio deve essere il più leggero possibile.

I raggi delle ruote

Anche i raggi della ruota differiscono da quelli di una bici classica. Devono essere infatti più forti. Questo perché se il motore elettrico si trova nel mozzo fa girare la ruota con una maggiore forza di rotazione e ciò potrebbe piegare o rompere i raggi.

Freni

Le bici a pedalata assistita possiedono un sistema di frenata chiamata frenata rigenerativa. Questo tipo di frenata permette di accumulare energia durante la frenata. È il medesimo principio che viene utilizzato nelle auto ibride.

Acceleratore

Oltre alla funzione di pedalata assistita, alcune bici sono dotate di un acceleratore che attiva e utilizza il motore con la semplice pressione di un pulsante posizionato sul manubrio. In questi casi non è necessario pedalare per avanzare in quanto l'accelerazione della bici sarà determinata dalla posizione del variatore. 
Il variatore trasmetterà l'impulso direttamente al motore il quale, alimentato dalla batteria, trasmetterà l'energia direttamente al mozzo o al pignone.

Il sensore

Il sensore è un componente chiave di una bicicletta a pedalata assistita in quanto permette di selezionare la modalità di assistenza alla pedalata di cui si necessita, rilevare la velocità di crociera e monitorare il livello di carica della batteria.

Il sensore può essere di due tipi:

  • di velocità;
  • di coppia.

Il sensore di velocità

Il sensore di velocità, quando si inizia a pedalare, aziona automaticamente il motore fornendo assistenza alla pedalata sin dall'inizio della guida. Ciò consente di avere un'uniformità di pedalata indipendentemente dal tracciato. Risulta molto comodo per quelle persone che devono percorrere ampie distanze permettendo di stancarsi meno anche se questo tipo di sensore consuma più velocemente la carica della batteria.

Una funzione importante del sensore di velocità è quello che il motore deve spegnersi al raggiungimento della velocità massima di 25km/h , altrimenti si rientra nella definizione di Speedy E-Bike sopra accennata, con tutti gli oneri annessi. Trattandosi comunque di una bici a tutti gli effetti, il guidatore può comunque procedere nella pedalata autonoma superando i 25km/h , ma non deve farlo con l'assistenza del motore.

Il sensore di coppia

Il sensore di coppia invece permette di avere l'assistenza alla pedalata solo dove il pilota comincia a fare più fatica. Il sensore rileva la diminuzione della pedalata e risponde con la quantità di assistenza necessaria da abbinare alla pedalata del pilota. Ciò permette di avere una sensazione di pedalata più naturale, in quanto non viene soppressa la fatica, e prolunga la durata della carica della batteria della bici a pedalata assistita.

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Che cos'è un hoverboard, come funziona e la tecnologia che c'è dietro uno skateboard elettrico.

Che cos'è un hoverboard, come funziona e la tecnologia che c'è dietro uno skateboard elettrico.

L'hoverboard, o più precisamente uno scooter autobilanciato detto anche skateboard elettrico, hanno iniziato a vedere la loro commercializzazione dal 2015. Negli ultimi anni il loro utilizzo è aumentato esponenzialmente, anche grazie agli incentivi statali per favorire la mobilità sostenibile. Infatti non è insolito vedere bambini e adulti utilizzare skate elettrici per strada e nelle piste ciclabili.

La domanda di questi dispositivi è diventata talmente alta che diverse aziende si sono dedicate alla loro produzione. Ciò ha permesso di creare hoverboard per tutte le fasce d'età e per tutte le tasche.

Esistono hoverboard a prezzi contenuti, come gli Hoverboard Nilox e Decathlon, fino ad arrivare anche a dispositivi creati e commercializzati da grandi marchi come gli Hoverboard Lamborghini.

In questo articolo analizzeremo il funzionamento di un hoverboard parlando di tutte le componenti di cui è composto e il ruolo che ricoprono per consentire l'utilizzo del prodotto. Ecco i punti che andremo ad affrontare:

 

Il principio d'utilizzo dell'hoverboard

Il principio su cui si basa l’hoverboard è il baricentro.  L’hoverboard per funzionare deve capire in ogni istante dove si trova il centro di gravità dell'utilizzatore. Questa informazione gli viene trasmessa dall’accelerometro e dal giroscopio.

Qualunque modifica al centro di gravità, anche la più piccola, viene immediatamente rilevata e trasmessa al motore che fornisce una contro pressione alle ruote per mantenere il pilota sempre in posizione verticale.

Gli hoverboard sono costruiti in modo tale che ciascuna delle ruote abbia il proprio giroscopio, sensore di inclinazione e sensore di velocità. Sono posizionati sotto il telaio dove l'utilizzatore posiziona i piedi.

Una volta che l'utente posiziona i piedi sulla tavola, il giroscopio fornisce i dati alla scheda logica ogni qualvolta l'utente si inclina in avanti o all'indietro. Quando non si inclina, il sensore IR, che si trova sotto il posizionamento del piede, fornisce dati alla scheda logica per non muoversi e non far funzionare il motore. Percependo la pressione sui poggiapiedi l'hoverboard si muoverà di conseguenza.

Le componenti di uno scooter autobilanciato

Per comprendere il funzionamento di un hoverboard è doveroso conoscere le varie componenti di cui è formato. Queste componenti lavorano in sincrono permettendo il movimento.  Queste componenti sono:

  • Due ruote con due motori e due sensori IR;
  • Due giroscopi;
  • Due sensori di inclinazione / velocità;
  • Una scheda logica;
  • Un pacco batteria;
  • Un interruttore di alimentazione;
  • Un carter di plastica
  • Un telaio con perno centrale
  • Una Porta di ricarica

I sensori IR 

I sensori IR sono sensori molto comuni che utilizzano i raggi infrarossi per ottenere i dati riflessi dall'oggetto per misurarne la presenza e la distanza dal sensore che possono essere utilizzati per molte applicazioni.

I sensori di inclinazione e velocità

I sensori di inclinazione e velocità misurano la velocità delle ruote in movimento in giri / min (giri al minuto) e inviano i dati al giroscopio e alla scheda logica per controllare la velocità.

La scheda logica

È l'unità centrale di elaborazione dell' hoverboard. Questa scheda logica ha un microprocessore come componente principale. Invia e riceve i dati da tutti i sensori, invia i dati elaborati ai motori per il movimento richiesto dall'utilizzatore consentendo regolazioni continue. Gestisce inoltre anche l'alimentazione dalle batterie.

I giroscopi

È il componente più importante, tanto che l'altro nome di questo veicolo è "Gyro scooter". Il giroscopio misura sostanzialmente il cambiamento angolare in base allo spostamento di massa all'interno del giroscopio.

Gli hoverboard montano un giroscopio elettronico che usa l'effetto Coriolis per il suo funzionamento. Quando una massa si sta muovendo in una particolare direzione con una velocità particolare e quando viene esercitata una velocità angolare esterna il cui asse è perpendicolare al moto, si verificherà una forza di Coriolis che sarà perpendicolare a entrambi, causando uno spostamento perpendicolare della massa.

I pacchi batteria

La batteria più comunemente usate sugli hoverboard sono batterie al litio da 36V 4400 mAH. Le batterie oltre ad essere il “carburante” del dispositivo, determinano la potenza dell'hoverboard e la relativa velocità massima raggiungibile. La durata del pacco batteria è influenzato dalla qualità ma anche dall'utilizzo.

Le ruote e i motori

Gli hoverboard hanno sempre due motori, uno per ogni ruota. Ciò consente alle ruote di accelerare e muoversi indipendentemente l'una dall'altra a velocità diverse. Ogni ruota è dotata di sensori che leggono la velocità inviando questa informazione ai giroscopi.

Come funziona un Hoverboard

Gli hoverboard sono costruiti in modo che ciascuna delle ruote abbia il proprio giroscopio e sensore di velocità e inclinazione. Sono posizionati sotto il telaio dove l'utente posiziona i piedi. Una volta che la persona posiziona i piedi sulla tavola, il giroscopio fornisce i dati alla scheda logica ogni qualvolta la persona si inclina in avanti o all'indietro.
Quando non si inclina, il sensore IR, che si trova sotto il posizionamento del piede, fornisce dati alla scheda logica per non muoversi e non far funzionare il motore.

Se inclinato in una particolare direzione e un angolo definito, i dati dal giroscopio vengono trasmessi alla scheda logica per far funzionare il motore che consente alle ruote di ruotare e il pilota si sposta in avanti. Maggiore è l'inclinazione, maggiore sarà la velocità.

Ogni ruota è dotata del proprio giroscopio anche per poter girare. Per svoltare a sinistra, il pilota sposta la gamba destra in avanti, facendo cosi muovere solo la ruota destra e tenendo spento il motore della ruota sinistra. Ciò porterà ad una svolta a sinistra. Allo stesso modo per la svolta a destra, il piede di sinistro si sposterà in avanti.

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I veicoli elettrici : quale impatto sull'ambiente e sulla rete di distribuzione elettrica

La diffusione dei veicoli elettrici : i numeri

Annunciata da almeno un decennio , la rivoluzione dei veicoli elettrici a batteria ( Battery Electric Vehicle, BEV ) , sembra essere davvero alle porte. Per quanto riguarda le auto , le statistiche degli ultimi anni a livello mondiale indicano parlano chiaro : +70% nel 2018 rispetto al 2017 , +40% nel 2019 sul 2018 , con la Cina principale mercato mondiale dove le auto elettriche nel 2018 sono raddoppiate rispetto al 2017 , con 1,5 milioni di auto elettriche in circolazione nel paese .

Ancora più alta è la penetrazione nel mercato che riguarda il traffico cittadino : la diffusione di mezzi pubblici a trazione elettrica è tra gli obiettivi di quasi tutte le metropoli occidentali , mentre i cosiddetti veicoli elettrici da ultimo miglio come bici elettriche ( dette anche e-bike ) o a pedalata assistita , gli scooter elettrici , le bighe elettriche ( note anche come segway dal nome del primo produttore che le ha immesse nel mercato ) , gli overboard , i monopattini elettrici , gli e-pitbike e i quad elettrici sono ormai parte integrante della nostra esperienza quotidiana nelle grandi città e non solo.

Inevitabile che questo rapido incremento dei mezzi a batteria richiederà un consistente aumento nella fornitura e distribuzione di energia elettrica : oggetto di questo articolo sono due :

- analizzare quanto gli effetti sull'ambiente dei veicoli elettrici dipendano dalle fonti di energia utilizzata per produrre l'energia necessaria alla ricarica delle batterie
- quale impatto può avere questo incremento sulla produzione ( quanto e come ) e distribuzione dell'energia elettrica , soprattutto in Italia .

I rendimenti e le energie in gioco : è davvero conveniente per l'ambiente l'auto elettrica ?

La prima domanda che un neofita potrebbe porsi è se l'auto elettrica , e i veicoli elettrici in generale , comportino davvero convenienze per l'ambiente rispetto ai veicoli tradizionali a combustione .

Nel veicolo a combustione vi è infatti conversione di energia chimica in energia termica ed infine in energia meccanica per svolgere un lavoro , con produzione di un determinato quantitativo di CO2 ed altri agenti inquinanti , immediatamente visibili dallo stesso utilizzatore finale.

Nel veicolo elettrico , dal lato dell'utilizzatore , vi è conversione di energia elettrica in energia meccanica senza emissione locale di anidride carbonica , polveri sottili ed altri agenti inquinanti , ma è naturale chiedersi :

1) come viene prodotta questa energia elettrica : da combustibili fossili , da energia nucleare , da fonti rinnovabili ? La risposta varia ovviamente da nazione a nazione e nelle righe che seguono analizzeremo il caso italiano ;
2) quanta di questa energia è necessario produrre a parità di lavoro meccanico svolto per effettuare lo stesso spostamento in termini di spazio ( km ) .
3) quanta energia non rinnovabile è necessario utilizzare per le attività non legate alla sola percorrenza chilometrica : per i mezzi tradizionali possiamo considerare ad esempio i costi in termini economici ed ambientali per l'estrazione , la raffinazione e il trasporto dei carburanti , per i veicoli elettrici una questione molto importante sono i costi ambientali di produzione e smaltimento delle batterie .

Lasceremo la terza questione come uno spunto di riflessione per far capire che un'analisi costi/benefici davvero completa è molto più complessa di quanto la si voglia far sembrare. Trattarla ci porterebbe molto fuori dall'oggetto di questa trattazione , suggeriamo questo link per approfondire .

Proviamo a rispondere invece alle prime due domande , individuando 4 diverse possibili situazioni :

A) l'energia elettrica è prodotta localmente da fonti rinnovabili . E' il caso in cui il cliente con il veicolo elettrico possa accedere , presso la propria abitazione o altri punti di ricarica , a colonnine di ricarica con energia prodotta sul posto da fotovoltaico , eolico o altre fonti rinnovabili . Questa situazione è quella ideale per l'ambiente , perché sono praticamente nulle sia le emissioni di CO2 ed inquinanti che le perdite per il trasporto dell'energia. Le uniche perdite si hanno nel sistema di ricarica delle batterie ( rendimento circa l'80% ) e nella trasformazione dell'energia elettrica in energia meccanica dovuta al motore elettrico , ma va specificato che i motori elettrici hanno rendimenti molto elevati se paragonati ai motori termici  ( superiori all'80% con valori tipici intorno al 90-95% ) .

Una parentesi riguardo le perdite alla colonnina di ricarica è doverosa : l'energia persa è dovuta in questo caso alla dissipazione termica per effetto Joule sui componenti . L'effetto Joule sui cavi elettrici e sugli altri componenti della stazione di ricarica è tanto più alto quanto più è alta la corrente e tanto più basso quanto più sono sovradimensionate le sezioni e le portate. A meno di sovradimensionare i componenti della stazione di ricarica , pertanto , l'esigenza di ridurre le perdite è in contrasto con l'esigenza di ridurre i tempi di ricarica.

B) l'energia elettrica è prodotta da fonti rinnovabili in punti remoti rispetto al punto di ricarica , ovvero presso centrali elettriche ( idroelettiche , ecc ) o impianti di generazione ( fotovoltaico , eolico , ecc ) . Questo caso è meno ideale del precedente , ma sempre molto conveniente per l'ambiente : oltre alle perdite del motore ci sono le perdite sulla rete di distribuzione , ma la produzione di CO2 , inquinanti e altri svantaggi per l'ambiente resta comunque nulla.

C) l'energia elettrica è prodotta da energia nucleare ( che ovviamente non può che essere "remota" rispetto al punto di ricarica , a meno di non avere una centrale nucleare in casa ! ) . Abbiamo evidenziato la casistica dell'energia nucleare in un caso a parte perché :

- non si tratta di un'energia fossile , seppure non sia a zero emissioni di CO2 considerando l'intero ciclo di vita dell'impianto di produzione ( ma in questo senso non lo sono neanche gli impianti fotovoltaici ed eolici ) ;
- pur avendo un impatto relativamente basso di CO2 e gas serra , implica comunque una serie di svantaggi dal punto di vista ambientale in caso di incidenti alla centrale stessa , nello smaltimento dei rifiuti e al termine del ciclo di vita della centrale , che sono ampiamente dibattuti e che in Italia hanno portato all'abbandono di questa fonte di energia ;
- proprio per la rinuncia italiana al nucleare , la quota di energia elettrica prodotta da nucleare comporta ancora maggiori perdite nel sistema di distribuzione dovute alla sua importazione dall'estero.



D) l'energia elettrica è prodotta da centrali che impiegano combustibili fossili . Ovviamente questa situazione è la più sfavorevole per l'ambiente rispetto alle precedenti e l'analisi deve farsi più qualitativa : da entrambe le parti c'è all'origine un'energia termica generata da carburanti fossili , il confronto va fatto tenendo conto del rendimento di una centrale elettrica con combustibile fossile ( carbone ? gasolio ? gas ) e quello di un motore a combustione interna di un'automobile tradizionale.

Andrebbero confrontati :

- da una parte il rendimento totale del sistema centrale elettrica - rete di distribuzione - motore elettrico e quindi , per percorrere ipotizziamo 1km , quanto combustibile sarebbe necessario e quanti gas serra emette ;
- dall'altra parte il rendimento del solo motore del veicolo tradizionale e le sue emissioni di CO2 per percorrere lo stesso km.

Se prendiamo valori tipici e facciamo confronti considerando le tante casistiche di auto a combustione ( auto diesel ? benzina ? gas ? Euro 4 ? Euro 5 ? Euro 6 ? ) e di centrali elettriche ( una centrale a carbone inquina molto di più di una centrale a gas ) , ci rendiamo conto che quando l'energia che alimenta il veicolo BEV proviene da fonti fossili la convenienza dell'auto elettrica non è così scontata ed entrano in gioco mille sfaccettature : età del parco auto ( sia tradizionale che elettrico ) , tipologia di centrale , qualità del sistema di distribuzione.

Se consideriamo ad esempio un caso più favorevole per le auto tradizionali , ovvero considerando un moderno motore a combustione che può raggiungere anche un rendimento del 40% , e lo confrontiamo con il caso più sfavorevole per un'auto elettrica , ipotizzando un rendimento del motore elettrico pari al 90% , l'80% per il sistema di ricarica delle batterie , produzione dell'energia da centrale a carbone ( la centrale a carbone italiana con maggior rendimento ha il 46% ) con il 6.5% di perdite nella distribuzione elettrica siamo ad un rendimento complessivo del sistema centrale-auto elettrica intorno al 30% . 

Se consideriamo invece un caso più favorevole alle auto elettriche , con motore a benzina di rendimento tipico 28% , per l'auto elettrica stessi valori del caso precedente ma ma con energia prodotta da centrale termoelettrica a ciclo combinato gas-vapore ( che può raggiungere un rendimento anche del 60% ) , il sistema centrale-distribuzione-ricarica-motore elettrico avrebbe un rendimento complessivo intorno al 40% , decisamente più favorevole rispetto all'auto a benzina.

Questo per limitarsi alla sola efficienza energetica e senza prendere in considerazione anche le emissioni inquinanti. Inutile dire che tra questi due casi limite vi sono infiniti casi intermedi , che impongono di considerare tantissime variabili e rendono ancora più importante prendere in considerazione il mix energetico della produzione di energia elettrica.

Il mix energetico : da dove proviene l'energia elettrica consumata in Italia

Da quanto detto nel paragrafo precedente, appare chiaro che quanto più l'energia elettrica viene prodotta da fonti non fossili e tanto più possiamo avere la certezza che il ricorso ad auto elettriche sia conveniente per l'ambiente. 

Nel 2017 il mix energetico italiano , secondo il GSE , era così composto :

- Fonti rinnovabili 36,60%
- Carbone 13,75%
- Gas 42,34%
- Petrolio 0,75%
- Nucleare 3,68%
- Altre fonti 2,88%

Idealmente questo mix dovrebbe tendere sempre più verso le fonti rinnovabili , ma questo non è sempre scontato : sempre la stessa fonte ufficiale riporta che nel 2016 , invece , la percentuale di energia elettrica italiana da fonti rinnovabili era al 38.85% ed è quindi diminuita nel tempo.

Questo perché le percentuali dipendono anche dal fabbisogno complessivo e , in quest'ottica , diventa fondamentale anche il nostro ultimo tentativo di analisi : che impatto avrebbe un massiccio sviluppo delle vendite dei veicoli elettrici a batteria sulla fornitura e la distribuzione dell'energia elettrica in Italia ?

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